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Interventi

26-11-2007
Cerimonia inaugurale della sessione internazionale di simulazione del Parlamento europeo

Saluto l’ambasciatore del Portogallo, Vasco Taveira Da Cunha Valente, il Segretario generale del Model European Parliament, Anna van Sminia, le altre autorità presenti e tutti gli intervenuti. E’ con grande piacere che rivolgo a voi tutti il più cordiale benvenuto alla cerimonia di apertura della sessione internazionale di simulazione del Parlamento europeo promossa dall’associazione Model European Parliament Italia, che la Camera dei deputati è lieta di ospitare nuovamente presso le proprie sedi. Ritengo particolarmente significativo che una riflessione ed un approfondimento siano svolti da un’assise come la vostra, formata da giovani studenti provenienti da Paesi differenti, ciascuno custode di una cultura e di una tradizione di pensiero di grande forza e di straordinaria ricchezza. E questo tanto più in una fase come quella presente, in cui il cammino europeo si trova ad affrontare un passaggio particolarmente complesso, in un contesto generale segnato da nuove e drammatiche divisioni tra i popoli e le nazioni del mondo. I cittadini europei seguono ancora gli sviluppi del percorso europeo con un sentimento di incertezza, che investe la stessa capacità delle Istituzioni comunitarie di assumere decisioni in grado di assicurare realmente la crescita civile e la stabilità democratica al nostro continente. La vostra riunione si svolge pochi giorni dopo il Consiglio europeo di Lisbona dello scorso ottobre, nel cui ambito è stato adottato il testo definitivo del nuovo trattato. Si è trattato di un momento importante, a distanza di due anni dal voto popolare contrario al Trattato istitutivo della Costituzione europea espresso in Francia e nei Paesi Bassi. In questo periodo - in questa “pausa di riflessione”, secondo il lessico delle istituzioni europee - è stato necessario ripensare a un comune intento per recuperare la fiducia dei cittadini e di decidere un nuovo profilo per il futuro dell’Europa. A mio avviso, ci troviamo in un passaggio cruciale. E’ indispensabile che i Paesi membri, esaminando il nuovo trattato al loro interno secondo le rispettive procedure, maturino una consapevolezza: oggi abbiamo bisogno di un’Europa della politica, della partecipazione democratica e dei diritti, un’Europa capace di dare un futuro alle nuove generazioni e di fondarsi sul consenso dei popoli ad un modello sociale condiviso. Sono soprattutto le pressanti necessità poste da un’economia globalizzata e dai nuovi fenomeni sociali e culturali, compresi quelli dei flussi migratori che attraversano il continente, ad imporre una inversione di tendenza in questa chiave, rispetto ad un passato troppo spesso segnato dal prevalere di logiche tecnocratiche ed autoreferenziali. Oggi è indispensabile una riflessione coraggiosa ed aperta, che vada alle radici stesse dell’Europa e ne riscopra i valori fondanti. Sono in particolare convinto che per le Istituzioni europee non sarà possibile confrontarsi con i problemi che emergono nella nuova e più vasta Europa a 27 se non attraverso la costruzione di un nuovo modello sociale europeo, in cui popoli e cittadini di questo continente possano rispecchiarsi e ritrovare la cifra comune del dialogo, del confronto e dell’inclusione sociale e territoriale. A questo risultato, debbono certamente contribuire la politica e le Istituzioni, ma occorre anche la più vasta partecipazione della società civile e delle straordinarie energie dei movimenti e delle realtà associative che ne animano l’azione: è questa l’unica via per dare nuova sostanza ai riferimenti ideali su cui il progetto europeo è stato fondato e costruito. Credo che in questo scenario un ruolo decisivo debbano svolgere i giovani, per la loro capacità di rinnovare, nella cifra della continuità tra generazioni, lo spirito di crescita della società civile. E parimenti determinante è il ruolo della scuola, terreno di scambio e di crescita intergenerazionale, in cui il valore delle idee e della cultura viene declinato assieme a quello della formazione politica e civile. Per questi motivi sono convinto che i vostri lavori sapranno arrecare un contributo di peculiare valore non solo sul piano della conoscenza dei meccanismi di funzionamento delle Istituzioni europee, ma anche sotto il profilo della costruzione di un’idea di Europa rinnovata, che sappia coniugare le diversità delle culture nel segno della civiltà e del reciproco riconoscimento tra i popoli.

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